“Ora siediti e lascia che la tua mente, come un fiore, schiuda i suoi petali verso la luce.”
La disciplina più interiore e straordinaria, che da sempre rende leggendari i monaci Shàolín, è chiamata Zuò-Chán (坐禅), “Il Kung-fu del silenzio”, meglio conosciuto col nome di “Meditazione Chán”.
Si tratta di un’antica scienza d’identificazione e dis-identificazione che insegna a costruire un dialogo interattivo tra tutte le componenti della personalità, in modo da poter effettuare una centratura che le faccia convergere tutte al baricentro dell’essere, così da poter disporre in modo costruttivo dei contenuti psichici, senza esserne sopraffatti. Essa è il metodo più semplice e pratico che l’essere umano abbia a disposizione per rigenerare rapidamente il complesso corpo-mente e, per questo motivo, da più di millecinquecento anni, costituisce l’aspetto fondamentale del programma di formazione dei monaci guerrieri del Tempio Shàolín.
Per i monaci Shàolín, infatti, la capacità di afferrare l’essenza delle cose attraverso la meditazione è ben più importante delle tecniche puramente fisiche, perché senza uno sviluppo integrale delle forze che compongono la propria personalità, nessuno può diventar sereno, felice e saggio.
Un detto Shàolín afferma: Chán-quán-guī-yī “La Meditazione Chán e lo Shàolín Kung-fu sono una cosa sola”.
La Meditazione insegna a esercitare un controllo cosciente sulle funzioni mentali, partendo dalla radice stessa della personalità, la propria essenza ontologicamente sana: lo spirito. La Meditazione Chán costituisce un valido contributo per tutta la Società Umana, perché educa a cercare la Verità dentro di sé, ad aprirsi all’amore e alla conoscenza interiore, a riconnettersi alla fonte, alla nostra natura più profonda, spesso dimenticata, e a realizzare l’essenza della vita, che consiste nell’armonioso rapporto tra corpo, mente e intelligenza individuale e Corpo, Mente e Intelligenza Suprema dell’Universo.
Namo Amitabha